Fin dall’inizio, l’intera procedura ha permesso solo alle aziende con sede nell’UE di richiedere un risarcimento.
Da un punto di vista legale, si tratta di una limitazione comprensibile, dato che la risoluzione della Commissione Europea non forniva una base legale stabile per avviare un procedimento al di fuori dell’UE e gli investitori erano riluttanti ad assumersi questo rischio significativamente maggiore.
Comprensibile, ma ingiusto dal punto di vista delle società locali, che sono state anch’esse danneggiate dal cartello dei produttori di camion.
I nostri esperti hanno quindi sempre cercato modi per estendere la possibilità di domanda di risarcimento senza rischio inerenti il cartello degli autocarri per paesi al di fuori dell’UE.
Purtroppo questo in passato, non ha avuto pieno successo, ma ora possiamo segnalare almeno una parziale svolta.
Le aziende situate al di fuori dell’UE che hanno acquistato almeno 50 nuovi camion medi o grandi dai produttori DAF, MAN, Mercedes, Iveco, Renault o Volvo o dalla loro rete di concessionari tra il 2006 e il 2012 possono richiedere un risarcimento con il nostro aiuto se il venditore era un’azienda con sede nell’UE (con un valido identificativo fiscale UE).
Questa potrebbe essere una grande opportunità per le aziende ad esempio, russe, dell’Ukraina e della Turchia, tra le varie, per ricevere un guadagno ulteriore non previsto.
C’è da aggiungere che la vendita del reclamo è anche un’opzione che il possessore di autocarri acquistati durante il periodo incriminato può considerare: questi di fatto accelera i tempi di attesa e risulta in un pagamento entro 30 giorni dall’atto di vendita.